Fisascat Verona. Grande la partecipazione a Roma per chiedere il rinnovo del contratto vigilanza privata scaduto nel 2015


Sciopero vigilanza privata e servizi di sicurezza: in migliaia in piazza a Roma da tutta Italia. In alcune realtà adesione allo sciopero anche del 100% dei lavoratori: la mobilitazione per il rinnovo del Contratto nazionale continua e anche la Fisascat Cisl di Verona ha fatto la sua parte.

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Il 2 maggio 2022  migliaia di persone sono arrivate a Roma da ogni parte d’Italia, per la mobilitazione in occasione dello sciopero nazionale dei 100 mila addetti del comparto della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza promossa dalle federazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs. Grande è stata l'adesione allo sciopero di 24 ore dei lavoratori e delle lavoratrici del settore indetto dai sindacati, differito al 1° giugno per gli addetti alla sicurezza negli aeroporti, con adesioni in alcuni casi pari a quasi il 100% dei lavoratori.

Arrivati da ogni angolo d’Italia isole comprese, i lavoratori sono partiti anche all’alba e hanno viaggiato perfino di notte per poter essere presenti alla protesta. Nonostante i tentativi di alcune aziende di far precettare i lavoratori, Sicuritalia in primis, gli addetti del comparto sicurezza sono arrivati a Roma e hanno fatto sentire la loro voce contro lo stop dei negoziati per il rinnovo del Ccnl, scaduto nel 2015 dopo il fallito tentativo di conciliazione con le associazioni imprenditoriali di settore Assiv, Univ, Anivip, LegaCoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Lavoro, indisponibili a trovare la quadra sull’aumento salariale.

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Negli interventi dei delegati e delle delegate che sono intervenuti tutto il dissenso sullo stato in cui versa il settore e sul disagio delle lavoratrici e dei lavoratori, con stipendi insufficienti e di fronte alla costante violazione delle norme di legge e dei contratti anche in tema di salute e sicurezza, esposti quotidianamente al pericolo e alle logiche del massimo ribasso che imperversano nel settore dei servizi che opera prevalentemente in regime di appalto, dove spesso e volentieri la mancata applicazione della clausola sociale comporta il mancato rispetto degli standard minimo di protezione sociale.

È necessaria un’immediata ripresa delle trattative che siano portate avanti dalla parte datoriale, con massima serietà e concretezza, per arrivare a un contratto giusto: i lavoratori sono stanchi. Non accetteranno bluff né prese in giro. In caso contrario non esiteremo a mettere in atto tutte le azioni che si renderanno necessarie: la misura adesso è colma.

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